giovedì 29 agosto 2013

MALTAGLIATI DI SEMOLA DI GRANO DURO CON BORLOTTI FRESCHI ED HABANERO



L'idea di fare questo piatto nasce dal piacere di rendere omaggio ad un pensiero carino, di un'amica di Facebook, che ha avuto nei miei riguardi.
Tutto è iniziato da un suo post, con tanto di fotografie, di una gita a Cagli, fatta con la sua compagna, nei giorni passati.
In un ristorantino del posto iniziavano il pranzo con una selezione di bruschette,  a loro andava la scelta del peperoncino ;-) Questa è la foto inquisita.....

Foto estrapolata dalla pagina di facebook


Avete visto che meraviglia? Di quelli bianchi mi sono innamorata all'istante, mai visti prima di allora.
Detto fatto, la Raffaella mi ha chiesto l'indirizzo e nel giro di pochissimi giorni quattro di questi meravigliosi Habanero bianchi, sono passati dalla provincia di Pesaro e Urbino alla tavola di casa mia. Guai a chi parlerà male delle Poste Italiane, era integro anche il francobollo, notare che non c'è il timbro.


Ritorniamo ai peperoncini. Lo sapevate che il loro grado di piccantezza  si misura in Scoville?
Guardate un po' nella foto che segue in che posizione si trovano gli Habanero.

La ricetta  che ho preparato per rendere omaggio anche al peperoncino oltre che alla gentilezza della Raffaella è una semplicissima pasta e fagioli
Per non renderla banale ho fatto io la sfoglia per la pasta ed ho usato dei borlotti freschi visto che questo è il periodo giusto.

Ingredienti per 2 persone:
150 gr. di farina di grano duro
200 gr di borlotti già sgranati
mezzo scalogno
sedano
1 pomodoro pelato
olio extra vergine di oliva
sale
peperoncino Habanero

Per i maltagliati
Ho impastato la farina di grano duro con un pizzico di sale e acqua tiepida a sufficienza per ottenere un impasto liscio, elastico ed abbastanza consistente.
Ho lasciato  riposare il panetto per 30 minuti, ho tirato la sfoglia e con un coltello ben affilato ne ho ricavato dei maltagliati. A dire il vero erano ben-tagliati da come si possono vedere sulla foto, o no?


I borlotti sono stati lessati in acqua fredda con l'aggiunta del pomodoro pelato, del sedano e di mezzo scalogno. A cottura ultimata metà li ho frullati con il minipimer , ho aggiunto dell'acqua calda sufficiente per poter cuocere la pasta senza farla attaccare sul fondo ed un cucchiaio di olio per evitare che i maltagliati, essendo freschi, potessero rimanere uniti fra di loro.
Aggiungere un po' sale, spesso mi dimentico anche di citarlo nelle ricette, do tutto per scontato e non sempre va bene. :-(
Dopo averli impiattati finire con  un filo di olio a crudo ed un assaggio micron di Habanero.

Oggi a tavola 'o prufessore teneva gli occhi lucidi: ma non era commosso ne tanto meno raffreddato.
Solo mo' ho capito perché!!!!





BUCATINI CON CONSERVA DI POMODORI A CRUDO BASILICO E PINOLI


Facendo un giretto su facebook, fra i vari gruppi del food a cui sono iscritta, ho scoperto Raffaele Pignataro.
Mmmm dal cognome ne ho capito subito la provenienza, aria di casa mia. Benissimo.
Chiesta l'amicizia  su face e visita al suo Blog il crudo e il cotto, è stata solo una conferma, Raffaele oltre ad essere una persona squisita è molto preparata,  la panificazione è uno dei suoi cavalli di battaglia, per chi, come me, avesse questa passione, consiglio una visita al suo blog, vi sono dei video-tutorial  molto chiari ed esaustivi che riguardano questo argomento.
Raffaele ha creato il suo primo "contest" (in collaborazione con La Fiammante) dedicato al pomodoro sotto forma di conserva.
Letto il regolamento e l'accensione della lampadina per presentare la mia ricetta al mio primo contest, beh giusto il famoso tempo di un nanosecondo.
Preparare un qualcosa che riconosca appieno tutta la bontà e la fragranza del pomodoro pelato in conserva, ecco cosa mi è venuto in mente, una ricetta dove i pelati verranno usati  "a crudo".
Ce l'avevo!!!! e pure gli ingredienti, pochissimi ma li avevo tutti, compreso il tipo di pasta.
ed ecco i miei.

BUCATINI CON CONSERVA DI POMODORI A CRUDO BASILICO E PINOLI

per 3 persone

240 gr di bucatini
4 pomodori pelati
un abbondante mazzetto di basilico
30 gr di pinoli
pecorino grattugiato q.b
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
sale

Procedimento:

Con il minipimer frullare i pelati sgocciolati con i pinoli ed i basilico, aggiungere l'olio e salare leggermente.
Condire i bucatini cotti al dente con questa salsa e una spolverata di pecorino stagionato.
Sapore di pomodoro crudo, sapore d'estate  sapori del sud.
VIVA IL POMODORO.





Con questa ricetta partecipo al contest VIVA IL POMODORO di Il Crudo e Il Cotto in collaborazione con La Fiammante


domenica 25 agosto 2013

PEPERONCINI PICCANTI RIPIENI DI TONNO


Erano li nella loro bella confezione da 500gr,  mi chiamavano quando sono passata davanti al banco della verdura.
Visti e presi, e via nel carrello insieme alla bustina di pinoli ai barattoli di pelati e agli spaghetti.
Tipico antipasto della cucina del sud, infatti mai visti ne mangiati per almeno 30 anni poi  li scopro anni fa in ufficio, Valeria, che è di Lodi, li faceva ogni anno e sempre, a settembre, ce n'era un assaggio anche per noi colleghe.
Quest'anno mi è venuta voglia di metterli anche io sott'olio, fatta qualche ricerca su internet  poi ho fatto di testa mia, come sempre.

Ingredienti:
500 gr di peperoncini piccanti
2 scatolette di tonno sott'olio
2 cucchiai di capperi sotto sale
3 filetti di acciughe sott'olio
aceto di vino bianco 400 ml
acqua 400 ml
2 foglie di alloro
qualche bacca di ginepro
2 chiodi di garofano


Mi raccomando di utilizzare dei guanti in lattice per eseguire questo lavoro.
Ho lavato i peperoncini, tagliato la calotta e svuotati.


Tuffati nell'acqua e aceto in ebollizione, che avevo aromatizzata con alloro chiodi di garofano e bacche di ginepro. Fatti bollire per 2/3 minuti.
Scolati delicatamente e appoggiati su un panno asciutto ad asciugarsi (li ho lasciati tutta la notte).
Preparato il ripieno schiacciando con la forchetta il tonno sgocciolato le acciughe ed i capperi dissalati ed asciugati.



Riempito i peperoncini con il composto, sistemati nel barattolo , ricoperti di olio extravergine ed a quel punto anche se avevo già sterilizzato il vasetto l'ho fatto ancora bollire per 15 minuti.
Quest'anno mi è presa la paura del botulino, c'aggia fa?
Ora sono li che si stanno raffreddando, li lascio qualche giorno, giusto il tempo che spariscano dai banchi del mercato per avere l'illusione di aver fatto la conserva per l'inverno.
Conosco i miei polli, passeranno dallo stato di conservazione a quello di consumazione nel giro di un nanosecondo.
A casa mia usa cosi! :-D



sabato 24 agosto 2013

SAUTE' DI COZZE E VONGOLE (per quelle 5 persone al mondo che non sanno cosa sia)


L'ho guardato e gli ho detto:
<< se vai al super e trovi cozze e vongole "appena pescate" oggi ti faccio il sautè  >>
Manco finito di pronunciare l'ultima vocale aveva già le chiavi in mano per uscire.
E' il suo punto debole, infatti sono molto preoccupata per il suo prossimo pensionamento, so già che almeno almeno una volta a settimana mi tocca.
O solo vongole con gli spaghetti, o cozze a impepata, o a sautè cucinate insieme me devo da rassegnà, è molluscodipendente.
Beh come si fa a dargli torto.
Io ho cominciato a mangiare le vongole come Dio comanda esattamente dal 1972, da quando praticamente entrai in casa di mammà sua.
Le cucinava in una maniera divina, era anche la qualità delle vongole,  autoctone,  non importate dalla Thainlandia certamente. Ne bastavano pochissime per fare un sughetto eccezionale, erano le cosiddette vongole veraci con le corna. Così le chiamavano in penisola sorrentina.
Le vongole che conoscevo io fino a quel famoso anno erano quelle che cucinava mia madre la vigilia di Natale.
Comprate all'Esselunga (che lusso negli anni 60) nei vasetti di vetro e cucinate nel pomodoro per minuti e minuti, quasi come fosse un ragù. Spaghetti che della cottura al dente non si sapeva neanche l'origine, beh io non vedevo l'ora che arrivasse il 25 così finiva quel supplizio annuale di pseudo tradizione culinaria.
A mamma mia piaceva cucire, e basta.
Ritorniamo al sautè.
per due persone
800 gr di cozze
400 gr di vongole
4 fette di pane abbrustolite
prezzemolo
2 pomodori ramati
aglio
mezzo bicchiere di vino bianco secco
peperoncino
olio evo


I molluschi non li pulisco bene, DI PIU'.
Ci perdo il tempo prima perchè sono sicura di non trovare sabbia ne impurità nelle valve quando si apriranno in pentola.
Faccio insaporire lo spicchio di aglio con il peperoncino nell'olio (adda chiaghere) nel senso che deve essere abbondante, aggiungo le cozze e le vongole e a fuoco vivo le faccio insaporire per un paio di minuti.
Aggiungo il vino faccio evaporare e copro con il coperchio fino a completa apertura dei molluschi.
Precedentemente avevo fatto una concassè con i pomodori che aggiungo quasi alla fine insieme ad  una cucchiaiata di prezzemolo tritato finemente.
Il pane al lato del piatto, le vongole , le cozze  il sughetto di cottura.... evvabbè, accontentiamoci dei pescatori della SMA, piùttost che nient'....
 


venerdì 23 agosto 2013

PORRI PECORINO E PEPE



E no eh, metto subito le mani avanti, questa ricetta non è mia, è Sua, d 'O Prufessore.
Quando l'altro giorno per il cacio e pepe mi serviva il pecorino lui mi ha portato a casa anche due porri.
Si era ricordato di una ricetta che aveva visto su internet mesi fa, che più di una volta si è preparato, ma non avevo ancora assaggiata.
Insomma non è che sia difficilissima: due ingredienti due più l'occorrente per condire.
Pulire un porro, tagliarlo a rondelle, con una mandolina affettare del pecorino, aggiungerlo alle rondelle di porro condire con olio extravergine di oliva un goccio di aceto balsamico, sale (pochissimo) e pepe.
Boh, l'ho cercata sul web, come ha detto lui, ma mica l'ho trovata. 
Spaghetti con porri e pecorino, risotti, bruschette belle croccanti, ma di antipasti  (come lui l'ha definito) con pecorino e porri neanche l'ombra.
Secondo me se l'è inventata, io ve la propongo perchè stavolta l'ho assaggiata e mi è piaciuta, casomai dovesse piacere anche a voi ditemelo va, accussì facimmo cuntento  O' Prufessore.

da internet:
L'imperatore romano Nerone fu soprannominato "il porrofago" perché era ghiotto di porri che utilizzava in gran quantità per schiarirsi la voce. Non va inoltre sottovalutato l’aspetto afrodisiaco del porro, proprietà che gli è stata riconosciuta fin dai tempi antichi.
ecco perchè...... :-(






giovedì 22 agosto 2013

BRIOCHE CATANESE quella con il tuppo



E c'aggia fà? l'impasto delle brioches per me è come lo spellecchiamento dei peperoni: è Zen.
E' da ieri che avevo in mente di farle poi ho optato per le friselle visto che avevo rinfrescato la pasta madre.
Ma stamattina quando ho deciso di preparare questo impasto ho chiesto un po' troppo alla planetaria, poEra stelaSSa si stava surriscaldando, la quantità era eccessiva, un chilo solo di farina. Praticamente me ne sono venute una vagonata. Quando mi sono accorta che faceva fatica sinceramene non mi è sembrato vero, ho tolto l'impasto dal recipiente,  l'ho versato sulla spianatoia e via di mani, si lavorava che era una meraviglia.

impasto pronto per la prima lievitazione


Questa ricetta l'ho presa dal blog di Paoletta (Anice e Cannella) che a sua  volta l'ha presa da Adriana R di Gennarino ( la trovate qui ).
Adriana è catanese ed ha lavorato nel laboratorio di una famosa pasticceria di Catania appunto. Più originale di così si muore. Vi trascrivo gli ingredienti, per il procedimento meglio seguire quello originale, attenzione che hanno omesso per errore l'aggiunta dello zucchero, io l'ho messo insieme alla farina all'inizio. Di mio ho aggiunto nel latte mezza bustina di zafferano, non l'aroma di panettone come viene suggerito,  ma la scorza grattugiata di un'arancia bio e mezzo cucchiaino scarso di semi di vaniglia.
Ho dei dubbi che si possa impastare senza planetaria, se qualcuna ci riesce me lo dica per favore perchè sono curiosa.
Questi sono gli ingredienti per 18 brioche da 80 gr l'una più un treccione ( ero stufa di fare pezzature)



Ingredienti:
500 g. farina Manitoba
500 g. farina 00
150 g. zucchero
150 g burro
20 g. sale
15 g di lievito di birra*
350 g di latte freddo
20 g di miele
4 uova
A piacere qualche goccia di aroma panettone    blog di Paoletta

impasto triplicato ,  pieghe del secondo tipo riposo e poi pezzatura














fatta la pezzatura, questo è il sistema (di Adriano)  per inserire il tuppo sulla brioche














pronte per la lievitazione,
















coperte con pellicola















raddoppiate spennellate con tuorlo e latte poi in forno
















 

da bambina la mangiavo così, con lo zucchero a velo
Quel morso l'ho dato io, mica per gola, per farvi vedere l'interno no?

mercoledì 21 agosto 2013

LA FRISELLA CON IL LIEVITO MADRE (quelladiEvalaprimadonna)


Della frisella o frisa o fresella come viene chiamata a Napoli vi ho già parlato nel mese di luglio quando ero in vacanza. ( vedi qui  )
Per l'appunto le avevo comprate in Toscana in un forno nel centro del paese.
Vi entrai guardando dietro al banco se trovavo quella specie di frittelle di cui non ricordavo il nome invece erano ben impressi nella memoria del gusto e dell'olfatto il sapore ed il profumo.
<< Sono finite signora  >>  mi disse la panettiera :-(
<< si chiamano zonzelle >> . Ahhhh ecco, le zonzelle. :-)
Erano terminate, vanno a ruba già dal mattino presto, mesta e delusa optai per  delle ottime  friselle sfornate il giorno prima.
Non le avevo mai fatte in casa le frise, il lievito madre era appena stato rinfrescato, il tempo che si attivasse come Dio comanda e mi sono messa all'opera.
Che ricetta ho usato? Mi serviva la garanzia sulla riuscita, quindi non mi restava che consultare il blod della mia amica Eva Salerno dove ricordavo sia gli ingredienti che le foto con la sequenza del procedimento.
Ci sono volute un po' di ore, non lo nego, la lievitazione con la pasta madre lo richiede, però quando si vede il risultato, anche se si è iniziato nel pomeriggio e l'ultima sfornata della biscottatuta è avvenuta verso le dieci di sera, beh non puoi che pensare che NE VALEVA LA PENA!
Vi trascrivo gli ingredienti e vi posto qualche foto, per fortuna che avevo "l'aiutante"  se no avrei impiegato molto ma molto di più. Questo è  il link Fables de Sucre  della mia amica Eva Salerno  seguite passo passo le sue indicazioni e il risultato sarà uguale al suo e al mio modestamente.


Friselle con pasta madre:
( Dose per 24 friselle da 45 gr circa)
  • 150 di pasta madre (rinfrescata)
  • 320 gr di acqua
  • 100 gr di semola rimacinata
  • 500 gr di farina 0
  • 15 gr di olio EVO
  • 15 gr di sale

pronte e liavitate ora... in forno















appena sfornate















il mio aiutante mi fa notare che son ben cotte, meno male va














in forno per la biscottatura















ehhhh visto che meraviglia!!!
Eva Salerno..... ailoviu !!!

martedì 20 agosto 2013

MOUSSE DI RICOTTA CON SCHEGGETTE DI SCORZA DI LIMONE


Ho mangiato questo antipasto una ventina di anni fa al ristorante Antico Franceschiello a Massa Lubrense (Na).
Mi è rimasto impresso nella memoria per la delicatezza e la novità dell'accoppiata zeste di limone/latticini.
Volevo sapere a tutti i costi come avevano preparato questa deliziosa mousse, ho cercato su Internet il loro sito e gli ho scritto,  loro gentilmente nella stessa giornata mi hanno risposto, ed esattamente cosi:
Trattasi una ricottina montata con un po’ di panna e parmigiano e giusto una grattata di limone, non molto, in modo che diventi una mousse, in alternativa al limone le consiglio anche il miele.
Una ricottina da 90gr l'avevo in frigo, il parmigiano pure ed anche un limone non trattato del giardino di Cerveteri della mia amica Paola. Mmmmm, mi mancava la panna, però avevo del formaggio cremoso tipo crescenza.
Ho messo in una ciotola la ricottina, un cucchiaio di parmigiano uno di crescenza ed ho tagliato prima a listarelle poi a piccole schegge  due fette di scorza di limone (senza il bianco naturalmente.)
Ho mescolato ben bene ed ho messo in frigo una mezzoretta per far insaporire  il tutto.
Preparato come antipasto in un bicchierino o insieme al riso Venere come primo piatto ....beh....
NE VULIMMO PARLA'? Nooooo???
Allora ne riparliamo quando lo avrete fatto ed assaggiato, o come lo descrive la ricetta di  Franceschiello o come l'ho fatto io 'a verità è una sola: era troppo poco, vabbè che era solo una prova ma.... la prossima volta raddoppio tutte le dosi, e questo vale anche per voi.
Raddoppiate, triplicate, ma provate a farlo per favore. Ahò, io lo dico per il vostro bene !!  :-D





lunedì 19 agosto 2013

SPAGHETTI CACIO E PEPE ALLA SCAPIGLIATA



Cosa può unire 8 donne e contemporaneamente creare una guerra per opinioni diverse?
Il proprio vissuto in amore?
Come educare i figli?
Fa soffrire di piu il tradimento fisico o quello mentale?
No amiche ed amici cari, l'ho vissuto sulla mia pelle da pochi giorni ed ora ve lo racconto.
Quello che unisce ma può dividere l'amicizia fra donne è la ricetta della "Pasta cacio e pepe"

<< I Tonnarelli? nooooo quelli no assorbono troppo >>
<<  Allora gli spaghetti? >>
<< Si ma di quella marca la perché questa non va bene. >>
<< Io preferisco i rigatoni  >>
<< Eeeehhhh figurati i rigatoni >>
<< Il pecorino quale va presoooo?  >>
<< Quello con la coccia nera, ma che non sia troppo stagionato se no non viene bene, non si scioglie e fa i grumi .>>

Giuro, un'ora nel supermercato, in 7,  per poi comprare gli ingredienti sbagliati.
La pasta era all'uovo e con il cacio e pepe non c'entrava una beata mazza, il pecorino ha fatto i grumi anzi si è ammalloppato, e il tutto era così asciutto da dover bere acqua ad ogni forchettata.

<< E' una vita che li faccio e mi  sono sempre venuti bene >>
<< Ma  vaaaa, non si fa così, Ciccio il pecorino lo fa sciogliere a parte con l'acqua calda>>
<< Ma perché aggiungi l'acqua man mano? ma noooo non si fa così >>

Dulcis in fundo qualcuna ha aggiunto il sale sulla pasta perché secondo lei era anche sciapa.
Ma non finisce qui.
Con la pasta avanzata, perché era troppa, il giorno dopo la temeraria padrona di casa ha fatto una frittata.
Immangiabile.
L'uovo all'interno era crudo, dietro nostro suggerimento l'ha dovuta rimette sul fuoco, poi togliendola dalla padella nel suo più sofisticato francesismo ci ha detto:
 << ragazze, fatela finita perché mi avete "sfasciolato la ...... >>
Per il resto del week end a pranzo e cena abbiamo optato per mozzarelle insalata e pomodori.
L'unica cosa che si è messa sul gas è stato il caffè.
Almeno abbiamo salvato questa bella  amicizia.
Detto questo, sono tornata a Milano, ho fatto delle ricerche, ho assemblato l'idea di Paoletta di Anice e Cannella con quelle di Bressanini "La scienza in cucina" e ho fatto i miei spaghetti cacio e pepe.
Come sono venuti?  Macchevodicoaffà?!

Per ogni commensale 35/40 gr di pecorino stagionato (ma non troppo)
Il pepe non l'ho macinato ma l'ho tritato con il coltello, si lo so è da maniaca, ma vi assicuro che il profumo è tutta un'altra cosa.

Mentre si cuociono gli spaghetti facciamo sciogliere, in un contenitore possibilmente di ceramica, il pecorino grattugiato, con un mestolo di acqua di cottura della pasta e giriamo velocemente, la cremina si forma credetemi. E' l'amido rilasciato dalla pasta che ne facilità la cremosità.
Anzi usate meno acqua per cuocere la pasta e giratela più spesso. Mi raccomando di salare poco.
Scoliamo gli spaghetti (al dente) con un forchettone e condiamoli con la salsa,  il pepe e solo se occorre ancora un po' di acqua di cottura della pasta.
Mescolare velocemente e portare in tavola ancora caldi.

Amiche mie belle, soprattutto le romane de Roma, vi voglio un mondo di bene, ma al prossimo meeting "Cacio e Pepe"  ve lo cucino io, almeno Paoletta il giorno dopo si risparmierà lo sfasciolamento, perché di pasta giuro, non ne avanzerà!

LE SCAPIGLIATE

sabato 17 agosto 2013

TORTA AL LIMONE CON SEMI DI PAPAVERO (atto secondo)

Stamattina mi sono svegliata con l'idea di praparare una torta per la Ines.
Presa la ricetta su internet, fatta e buttata.
Mi sta bene, avrei dovuto consultare i blog giusti, come quello della mia amica Francesca ( Ladyerbapepe).
Ma non mi sono arresa, mi mancavano solo le uova e appena il prof ha fatto un accenno che usciva e andava al super ho pensato bene di ritornare all'attacco.
Ho rifatto un dolce che vi avevo già proposto mesi fa ma senza i semi  di papavero perchè non li avevo al momento.
E' buona questa torta, semplice e non eccessivamente dolce, come piace a me
Poi regalarla alla Ines che oggi compie gli anni mi sembra una cosa carina.
Chi è la Ines? E' la prima persona che ho conosociuto nel 1984 quando sono venuta ad abitare in questo condominio. Lei ha le chiavi di casa mia, è la persona che si è presa cura per anni delle piante del mio terrazzo quando andavo in vacanza nel mese di agosto ed è soprattutto la mia salvatrice quando l'ernia al disco mi blocca. Arrivo con le due scatole di fiale, le siringhe e....
<< Ines, mi fa le punture, sono bloccata con la schiena >>.
Si lo so , ora trema un po' con le mani, ma quando spinge con dolcezza quell'ago è ferma e determinata.
Io mi fido, per me è un grande punto di riferimento in questa città che spesso ci rende estranei.
Lunga vita alla Ines! Auguri per i suoi 86 anni.



Torta al limone con semi di papavero
Ingredienti
220 g di farina
10 g di lievito in polvere
3 uova grandi
180 g di zucchero
80 ml di succo di limone
la scorza grattugiata di 1 limone piccolo
180 ml di olio extra vergine d'oliva  (ho usato olio di girasole)
1 cucchiaio di semi di papavero
1 pizzico di sale
burro per lo stampo

Procedimento
Scaldare il forno a 180°C.
Battere le uova con lo zucchero con uno sbattitore elettrico fino a quando si formerà un composto ben gonfio e spumoso.
Battere in una ciotola l’olio con il succo di limone, aggiungerlo alle uova, alternandolo alla farina setacciata con il lievito. Completare con i semi di papavero, la scorza di limone, ed un pizzico di sale.
Trasferire il composto in uno stampo da plum cake imburrato ed infornare. Cuocere per circa 40 minuti.






venerdì 16 agosto 2013

RISO INTEGRALE CON FETA E PICCADILLY AZUCARADO (che poi sarebbero i pomodori confit)




In questi  giorni non leggi altro nei  gruppi di food di facebook di ricette facili fresche veloci e buone
Visto che sono una ribelle per natura oggi ne propongo una lunga come la fame, noiosa per i tempi di cottura, e per quanto riguarda la bontà, può piacere e  può anche non piacere.
Non c’è ferragosto che tenga, anche ieri siamo andati a fare la spesa, fra le diverse qualità di riso ho visto quello integrale che non avevo mai cucinato, ho lumato in lontananza i pomodori  piccadilly,  zacchète visti e presi,  nello scomparto dei formaggi una marca diversa di feta era li che mi chiamava per essere assaggiata, ho pensato bene che gli ingredienti giusti per preparare una ricetta con le caratteristiche appena descritte c’erano tutte.
I pomodori confit li ho preparati ieri,  (per  il procedimento vedi  qui


Per 2 persone
250 gr di riso
100 gr di feta
10 pomodori piccadilly
olio evo
sale

Ho lessato il riso mettendone nella pentola  una tazza da 250 gr,  3 scarse di acqua fredda e un pizzico di sale.
La cottura è stata di 20 minuti così com’era indicato sulla confezione.
Ho sciacquato la feta, asciugata e sbriciolata, ho condito il riso tiepido con i pomodori,  la feta e un filo di olio extravergine, ho lasciato insaporire qualche minuti prima di servirli.


Ricetta lunga noiosa poco fresca ma tanto buona, o’ prufessore ha gradito e non è stato  il solo....