giovedì 31 ottobre 2013

PUNTARELLE E CAVOLFIORE CRUDO, IN INSALATA



Le puntarelle le ho scoperte pochi anni fa, e il cavolfiore da mangiare crudo mi pare.... lo scorso anno.
E mo'? Me dovrei da vergognà ? :-(
NO!!!
Prima di tutto, mia mamma il cavolfiore lo cucinava in un solo modo, ed oltretutto le portava disturbi digestivi, tanto che quando le chiedevo:
<< mammà, che ce mangiammo oggi? >>
<< pasta e bruciore 'e stommaco >>
questa era la sua risposta, e capivo all'istante che aveva comprato " 'e  cavolisciuri "
Verso i vent' anni ho saputo che esisteva una certa "insalata di rinforzo" fatta con i cavolfiori e la giardiniera,  e che fritti con la pastella,  non erano poi tanto male.
Ne sono passati quasi quaranta per scoprire che anche crudi erano eccellenti.
Si lo so, avanti di questo passo dovrei solo sperare in una reincarnaziane, così da poter scoprire ancora quanto sia buono sto cavolo di cavolo.


Invece delle puntarelle me ne parlò Giovanni, il mio collega del cuore.
Lui è un raffinato, quasi tutti si andava a pranzare alla mensa, ma Giovanni no, lui solo al Ditirambo.
Infatti un giorno fu lui a parlarmi di queste puntarelle da mangiare con le acciughe e condite con olio, aceto balsamico e aglio.
Beh, assaggiate e colta da folle innamoramento fu un attimo.


Detto questo, visto che sono ortaggi di stagione,  perché non li uniamo e ce facimmo na bella 'nzalata?

Ingredienti per 4 persone:

1 piccolo cavolfiore
250 gr di puntarelle pulite
1 spicchio di aglio ( io uso spesso quello disidratato)
4 filetti di acciughe sott'olio
olio EVO
aceto balsamico
sale
pepe (se gradito)

Lavare e tagliare sottilmente le puntarelle, immergerle in acqua fredda con l'aggiunta di cubetti di ghiaccio, per almeno 1 oretta; questo se si vuole ottenere la forma arricciata.
Lavare e tagliare, anch'esse sottilmente, le cimette del cavolfiore.
Preparare un pesto con i filetti di acciughe e l'aglio, aggiungere l'olio (q.b.) ed infine l'aceto balsamico.
Condire con questa salsina le puntarelle ed i cavolfiori, mi raccomando di resistere a non mangiarle subito, dopo una mezz'oretta saranno più buone..... poi ne parlammo!!!









giovedì 24 ottobre 2013

PAN DEI MORTI (Halloween il castello di Guardistallo e Silvestro)



PAN DEI MORTI

500 gr. di biscotti secchi
zucchero a velo q.b.
1 cucchiaino di canella
300 gr. di zucchero
250 gr. di farina bianca
130 gr. di uva sultanina
100 gr. di fichi secchi
4 albumi
1/2 bustina di lievito
100 gr. di mandorle pulite
2 cucchiai di pinoli
vino bianco secco



Ammorbidiamo l'uvetta in acqua tiepida, scoliamola ed asciughiamola bene, tritiamo le mandorle, tagliamo i fichi a dadini e riduciamo i biscotti in polvere.
Mescoliamo le mandorle, lo zucchero, la farina, l'uvetta, i fichi secchi, i pinoli , il lievito e la cannella in una terrina.
Aggiungiamo gli albumi e 3 cucchiai di vino ed impastiamo accuratamente.
Con l'impasto formiamo dei panetti a cui daremo la tipica forma ovale, posizioniamoli su una teglia rivestita di carta da forno e facciamo cuocere in forno preriscaldato a 180° per 20 minuti.
Facciamoli raffreddare e spolverizziamoli di zucchero a velo.
Mangiamoli il giorno dopo, sono più buoni.




Preparare il "pan dei morti" dolce tipico del nord Italia ed associare la Toscana ad Halloween è un tutt'uno.
Cominciamo dalla Toscana.
Lucia,  un'amica di vecchia data, ci parlava spesso della "su hasa" in Toscana tanto che una volta si decise con lei e Maria di andarci per fare una breve vacanza, era un maggio di parecchi anni fa.
Partite con la Panda di Maria,  arrivate a Cecina si imboccò la strada collinare che ci portava a Guardistallo.
In lontananza si vedeva il paese e Lucia disse:
<< ecco la mi hasa , l'è quella lassù in cima alla hollina >>
<< Lucy , le dissi, ma io in cima alla collina vedo un castello >>
<< e si, l'è quella la mi hasa >>
<< Un castellooooooo!!!!!! oddiooooo  >>


Si arrivò poco dopo con l'adrenalina a mille, si entrò nel borgo attraverso le mura medioevali che cintavano il castello. Sembrava di vivere in una favola.

una delle entrate delle mura di cinta


la facciata principale

Non ho mai trascorso una vacanza così piena di magia come quella volta, ne rimasi così incantata che chiesi a Lucia se potevo ritornarci con la mia famiglia.
Infatti così fu, grazie alla mia amica , il castello di Guardistallo diventò per un po' di anni la mia dimora per le vacanze estive e per il ponte dei morti.
E qui entra in ballo Halloween.
Io, il prof e le nostre ragazze, non vedevano l'ora che arrivasse il mese di novembre, si partiva con l'entusiasmo dei bambini anche perchè quello che rendeva ancora più magico l'arrivo al castello era il fatto che "lui"  ci aspettasse.
Lui chi?
Silvestro.
Silvestro davanti al castello
Appena ci sentiva arrivare si accasava e rimaneva con noi tutto il periodo della nostra permanenza.
D'estate era troppo preso a cacciare piccioni passerotti topi e gechi, tanto che gentilmente me ne faceva omaggio sullo zerbino di casa, ma quando si andava giù per il ponte dei morti lui si schiodava da casa solo per fare i bisogni in giardino, per il resto, la giornata la passava fra il divano il letto ed il cesto sopra la credenza.

bello come il sole

Silvestro era la nostra passione, quando si arrivava, parcheggiata la macchina io non trovavo pace finché non lo vedevo arrivare.
La vacanza per noi era soprattutto trovare il nostro micio toscano.

Ma Silvestro era un vagabondo, infatti un  giorno ricevetti una telefonata:

<< Gio' ? >>
<< Ciaooooo Federicaaa >>
<< Gio' sei seduta?.... Silvestro...... >>

E si, lui andava sempre in giro, quella volta si allontanò troppo. :-(
Andai per l'ultima volta a Guardistallo, solo per salutarlo.
Il castello senza di lui non aveva più magia.

non vi sono parole, vero?










domenica 20 ottobre 2013

TORTA MORBIDOSA ALLA PANNA "SMONTATA" (quellachenontifavenirelansia)


Il problema, se possiamo definirlo tale, era utilizzare 250 ml di panna fresca che era stata comprata per sbaglio e che mi sono ritrovata in frigo.
Lo confesso, non ho un buon rapporto con la panna, mi fa venire l'ansia, e prendere la valeriana prima di montarla mi sembrerebbe ridicolo.
Non avendo il sifone perché costa una cifra, e avrei di meglio da comprare , mi vedo costretta ad usare la planetaria, e li comincia la tachicardia.
Quando fermo la frusta? va bene questa consistenza? lo zucchero va aggiunto o no? quello semolato o quello a velo? Oddioooo sta diventando burro :-( !!!!
La ciliegina sulla torta è arrivata un po' di mesi fa quando mi sono cimentata nel realizzare il babà quello del mitico Adriano Continisio
L'ho decorato con la panna ansiogena "montata" da me, ma non avendo il sac a poche professionale ho utilizzato uno di quelli usa e getta con il beccuccio a foro stretto.
Posto le foto e la mia amica Ambra mi dice:
<< Bellissimo il babà, brava, ma i decori con la panna pronta non si possono guardare >> :-(
Evvabbè allora ditelo.
Dopo tutta  la fatica sentirmi dire così... ho ragione o no che mi viene l'ansia?.
Ecco, giustappunto per non farmela venire visto che avevo in frigo sta benedetta panna sapete che ho fatto? l'ho usata "smontata".
Ecco qua,  una bella torta morbida da colazione, così ho fatto felice le mie figlie la mia autostima e soprattutto lui.....


VEDIAMO UN PO' SE RIESCO AD ASSAGGIARNE UN PEZZETTO
Ingredienti per 6 persone
200 gr di farina
50 gr di fecola di patate
1/2 bustina di lievito per dolci
250 gr di zucchero semolato
250 ml di panna fresca :-(
3 uova
i semi di 1/2 bacca di vaniglia
1 pizzico di sale
  1. Sbattere le uova insieme allo zucchero fino a che il composto diventi di colore chiaro e spumoso. 
  2. Aggiungere la panna, i semi della mezza bacca di vaniglia il sale e la farina setacciata insieme al lievito ed alla fecola. Continuare a sbattere in modo che gli ingredienti si amalgamino ben bene.
  3. Versare in uno stampo imburrato ed infarinato e cuocere in forno a 180 C° per circa 40 minuti.
  4. Fare sempre la prova stuzzicadenti per verificarne la cottura perfetta
  5. Una volta cotta farla raffreddare e cospargerla di zucchero a velo

mercoledì 16 ottobre 2013

MACCHERONI COL FERRETTO CON POLPETTE (Maccaruni i casa cu i purpetti)



Volevo raccontarvi la storia delle polpette, allora ho chiamato Rossella al telefono e le ho chiesto di ricordarsi con me di quella domenica a casa di Angela, quando si fece quel pranzo tutto calabrese, ebbene dal ridere non riuscivamo neanche a parlare nel ricordarci di quella giornata.
Chi sono Angela e Rossella?
Due amiche/colleghe, due donne molto diverse fra loro, ma con tre caratteristiche che le accomunano:
simpatia, generosità e conto in banca perennemente in rosso.
Angela ama viaggiare e vestire bene, se decide o per l'una o per l'altra cosa e non ha i soldi è meglio starle alla larga.
Un giorno arrivò in ufficio dicendo:
<< Ragazze ho visto una giacca gialla, la voglio, mi serve, prestatemi 200 mila lire poi ve li renderò>>
<< Ma sei matta? prestarti dei soldi per una stupidata del genere? >>
Fu un tormentone che andò  avanti per mesi e mesi , quel rifiuto non ce lo perdonò mai, al punto che, l'estate successiva, voleva andare al mare e stranamente era a corto di liquidi, noi, temendo la replica della "giacca gialla"  le prestammo i soldi e la spedimmo in Croazia, per disperazione credetemi, solo per disperazione.
Se avevi un segreto e le dicevi "Angela non dire niente a nessuno" bene, dall'ufficio protocollo situato a piano terra, alla presidenza che era al trentesimo piano tutto il Pirellone ne veniva a conoscenza nel giro di 2 giorni.
L'errore era solo la frase "non dire niente a nessuno", ecco li le scattava il trip, se ne facevi a meno il segreto rimaneva fra te e lei.
Eri tu a sbagliare, peccato che l'abbiamo capito solo dopo anni.
Un venerdì arrivò dicendo che le servivano assolutamente degli stivali, costavano centomila lire.
Ecco, ci risiamo ci siamo dette io e Rossella. :-(
E qui comincia la storia delle polpette.
Il caso volle che per la domenica successiva  aveva organizzato a casa sua un pranzo calabrese cucinato tutto dalla Rosy.
Eravamo un po' di colleghe.
Rossella, preparò i "maccaruni i casa" con il ferretto  e le polpette nel sugo per condirli, e sempre per la sua esagerata generosità ne fece chili e chili, tanto che finimmo di mangiare verso le 15 satolle come delle uova.
Angela si alzo per sparecchiare e prendendo il piatto da portata con le polpette avanzate (praticamente una sessantina credo)  portandole in cucina disse:
<< Pòta (è bergamasca) sono così piena che non ne mangerei una neanche se mi pagassero >>
<< Angela, centomila lire qui, subito al momento, se mangi TUTTE le polpette>>
Mi ero disgraziatamente dimenticata della richiesta di soldi per gli stivali fatta due giorni prima.
Mi guardò, capì che facevo seriamente, si risedette a tavola e si rialzò dopo più di tre ore solo quando il piatto di polpette fu completamente VUOTO.
Firmai l'assegno senza battere ciglio.
Il giorno dopo non venne in ufficio, ebbe qualche problema ad addormentarsi per via della digestione. Ma il martedì mattina prima di timbrare il cartellino passò dal calzaturificio; stivali in pelle, neri,  tacco 12 e  con la punta (erano tanto di moda).
Ve la lascio immaginare la sua aria trionfale quando mise piede nel mio ufficio, io zitta, me l'ero cercata.
Ecco queste sono Angela e Rossella, abbiamo condiviso anni di lavoro, qualche litigata, anche delle lacrime se c'era un dolore, ma tante, tante ma proprio tante risate.


Eccovi la ricetta, a dire il vero i maccaruni li ho comprati al supermercato, Rossella quanto prima mi terrà un corso per affinare la tecnica del ferretto, non sono facili da realizzare, credetemi.
Il sugo delle polpette, beh quello no, quello è semplicissimo.
Aaaah, quanto mi sono costate quelle polpette!! Mannaggia ammè
:-(

U dissi san gennaru!...ca pe cazzuni non c'è rriparu

Rossella ed io qualche anno fa (e anche qualche chilo)


Stesso giorno con Angela, lago Maggiore

Angela ed io (madooooo )

con Rossella sempre coccolona ed abbracciosa



Ingredienti per 6 persone:

500 gr di pasta formato Maccheroni calabresi
1 litro di passata di pomodoro
200 gr di carne tritata di vitello
200 gr di salsiccia di maiale sminuzzata
1 panino raffermo
150 gr di pecorino (o parmigiano, a piacere)
abbondante prezzemolo tritato
1 spicchio d'aglio, tritato molto finemente
sale q.b.
2 uova
1 piccola cipolla
olio evo

Affettiamo la cipolla e facciamola appassire in 3 cucchiai di olio, aggiungiamo la passata, saliamo a facciamo cuocere lentamente.
Intanto in una terrina uniamo le carni, le uova, il prezzemolo, l'aglio, il pecorino (o parmigiano, a piacere) ed il sale. Impastiamo  il tutto ed uniamo il pane che avremo precedentemente ammorbidito in acqua e strizzato ben bene. Mescoliamo accuratamente il tutto.
Inumidiamo le mani e dal composto ottenuto, ricaviamo le polpette.
A questo punto si possono friggere, ma io preferisco cuocerle lentamente nella salsa di pomodoro evitando la frittura.
A voi la scelta.
Lessate la pasta e conditela con il sugo e qualche polpettina.







domenica 13 ottobre 2013

MELE IN SFOGLIA (post numero 100 evvivaevviva)

 




































Su via, festeggiamo con un dolce il post numero 100.
Si, mi prende tantissimo questo blog , l'esecuzione del piatto, creare una foto che possa valorizzarlo e poi aspettare l'ispirazione per raccontare un aneddoto, un raccontino, insomma qualsiasi cosa che poi si possa collegare alla ricetta. Il leitmotiv

del mio blog è la semplicità delle ricette, cose che tranquillamente si possono rifare senza troppe pretese,  chi mi legge l'ha capito dal primo momento.
Questo dolce ne è un esempio.
Come si evince dalla foto vi è della pasta sfoglia.
Si sa che la pasta sfoglia non è semplice da fare e richiede tempo, sinceramente l'ho imparata ad un corso base di pasticceria, se volete prodigarvi vi allego il link di Paoletta (Anice & Cannella), lei lo spiega benissimo.
In questo caso ho usato quella già pronta, venduta nei supermercati, vi consiglio il rotolo a forma rettangolare. Se vi saranno esuberi  si possono sempre creare delle barrette cosparse di zucchero di canna, qua non si butta via nulla, non sia mai. :-)



 

Ingredienti per 2 persone
 
1 rotolo di pasta sfoglia (pronto)
2 mele ( renette o granny smith)
marmellata d'arance amare q.b.
stecca di cannella 
1 uovo
uvetta sultanina 1 cucchiaio
zucchero a velo q.b.

Sbucciare le mele, privarle del torsolo e riempirle con un po' di marmellata un pezzetto di stecca di cannella e dell'uvetta precedentemente ammorbidita in acqua tiepida ed asciugata.
Con una rondella dentellata tagliare 2  quadrati dalla pasta sfoglia, porvi al centro di ognuno una mela, ripiegare i 4 angoli e sigillare con i polpastrelli.
Spennellare la superficie delle sfoglie con l'uovo sbattuto (aggiungere un pizzichino di sale così non si sentirà il sapore di uovo),  far cuocere in forno a 180° per circa 25 minuti, quindi estrarre la placca spolverizzare con lo zucchero a velo e rimettere in forno per altri 5 minuti.
Far sciogliere in un pentolino il resto della marmellata aggiungendo un cucchiaio di acqua.
Servire le sfoglie preferibilmente tiepide accompagnate con la marmellata di arance

Anche se la mela era in sfoglia,  per oggi il medico di torno ce lo siamo tolto.... e anche dolcemente.




venerdì 11 ottobre 2013

PIZZA CON LA SCAROLA (quella DOCG)


Siamo neanche a metà ottobre e per mia grande gioia ho già  messo il cappotto.
Quest'anno il freddo si presenta come comanda Iddio, e visto che i riscaldamenti non sono ancora in funzione ogni scusa è buona per accendere il forno.
Ieri oltre alla "zuppa di scarola e fagioli"  (che ho postato) ho fatto anche una torta, oggi tocca invece alla pizza con la scarola.
A proposito della ricetta di ieri, un'amica su facebook mi ha scritto in merito al post:

<< L'ho mangiata recentemente da Mamma Oliva e subito adorata ma non mi riesce purtroppo... poi mi piacerebbe anche provare a fare la mitica pizza di scarola ma la ricetta è tabù...  >>

Cara Pamela, la zuppa di scarola e fagioli è di una semplicità persino esagerata, in merito alla pizza con la scarola sentire che una famosa pizzeria non da la ricetta mi fa quasi ridere.
Ghe pensi mi amica mia.

Ecco, oggi l'ho fatta apposta per te, è semplicissima credimi, segui passo passo il procedimento e poi aspetto che tu mi dica com'è venuta.
Anzi voglio sapè se è meglio la mia o quella della famosa Pizzeria milanese.
<< Ma mi faccia il piacere>>  diceva Totò!!!!


PIZZA CON LA SCAROLA

per l’impasto:
500 g di farina 00 
25 g di lievito di birra (o una bustina di quello secco in granuli)
2 cucchiai di olio EVO
1 cucchiaino di zucchero
2 cucchiaini di sale

Per il ripieno:
2.4 Kg di scarola, mondata e lavata
1 spicchio d’aglio
2/3 filetti di acciughe
50 g di pinoli  (facoltativo)
80 g di uvetta  (facoltativo)
150 g di Olive nere di Gaeta
20 g di capperi sotto sale
Sale
Olio extra vergine d’oliva

Procedimento
Disporre la farina a fontana  sul piano di lavoro, al centro aggiungere il lievito stemperato in 50 ml di acqua tiepida. Unire altra acqua (circa 180 ml) e lo zucchero. Impastare aggiungendo l’olio  ed il sale. Lavorare bene l’impasto e poi trasferirlo in una ciotola leggermente unta.
Praticare un taglio a croce sull’impasto coprire con uno strofinaccio umido e far lievitare per circa 90 minuti.
Lavare bene le scarole, scolare, tagliarle a pezzi, e metterle in una pentola con 3 cucchiai di olio e lo spicchio d’aglio. Salare (poco), coprire e fare cuocere fino a quando saranno ridotte di volume e appassite completamente. Eliminare l’aglio.
Aggiungere i filetti di acciuga, le olive, denocciolate, l’uvetta ben lavata e fatta rinvenire in acqua tiepida, i pinoli tostati in padella, i capperi opportunamente dissalati. Fare insaporire bene fino a che sarà evaporata l’acqua di cottura. Spegnere il fuoco e lasciare intiepidire.
Scaldare il forno a 180°C.

Dividere l’impasto in due parti diseguali,  stenderle e ricavarne due dischi.
foderare con la parte maggiore la teglia aggiungere le scarole e coprire con l’altro impasto.
Chiudere bene ai bordi pizzicando la pasta lievitata, spennellare con poco olio e porre in forno per 20/25 minuti.
Servire tiepido possibilmente

Una variante : eliminare i pinoli e l’uvetta ed aggiungere del silano tagliato a cubetti.


Pronta per essere infornata



giovedì 10 ottobre 2013

ZUPPA DI SCAROLA E FAGIOLI CANNELLINI


Eccola qua, un'altra pietanza tipica della mia zona.
La scarola con i fagioli.
Noi campani, della scarola,  ne facciamo un uso spropositato ed in svariati modi, sia cruda che cotta.
E' lui, 'o prufessore che la compra sempre, mammà  gliela cucinava spesso.
Al sabato mattina, prima di andare a scuola, mi rivolge sempre la stessa domanda da 36 anni a questa parte:
<< Cosa compro al mercato? che verdure prendo ? >>
Mai rispondergli:
<< Accatta nu' poco e scarola >>
Praticamente arriva a casa con dei cespugli 'e scarola, delle selve di scarola, tutta la settimana a cucinare scarola, in tutti i modi possibili immaginabili: ripiena, nella pizza, a zuppa con le lenticchie o con i fagioli, in padella con le olive e i capperi, insomma mai dirgli cosa vorresti che comprasse; diventa una calamità.
Quindi al:
<< accatta nu' poco e ...... >>
 segue sempre:
<< ..... mi raccomando ho detto  NU' POCO!!! "  >>  :-(

Ritorniamo alla nostra ricetta.
Io la cucino a modo mio, e cioè senza far soffriggere nulla.
Se i fagioli sono da lessare una volta cotti aggiungo la scarola lavata e spezzettata e uno spicchio di aglio.
Sale q.b.
La faccio appassire ed insaporire nell'acqua dei fagioli, elimino l'aglio e la impiatto accompagnata da fettine di pane abbrustolito, un pezzetto di peperoncino ed un filo di olio extravergine di quelli buoni da paura.
Volendo si possono usare anche le lenticchie oltre che i fagioli, se avete fretta anche i prodotti in scatola sono eccellenti, si prepara tutto in pochi minuti.
Le proteine ci sono, le verdure pure, i carboidrati anche, un filino di olio e....
macchevodicoaffà!!!

Ingredienti per 2 persone

Un cespo di scarola, 
250 gr di fagioli cannellini (o lenticchie)
olio extravergine di oliva
peperoncino
sale




mercoledì 9 ottobre 2013

PEPERONI AL FORNO ANZI 'MBUTTUNATI



Si, lo so che questa non è stagione di peperoni, ma che ci posso fare? li ha comprati, mica potevo buttarli via.
Erano perfetti, due rossi e due gialli, ecco erano un po'  troppo "spessi", il tempo di cottura in forno sarebbe stato eccessivo, di passarli prima sulla griglia non avevo nè voglia nè tempo,  allora li ho tagliati a metà e prima di 'mbuttunarli li ho passati al microonde per 5 minuti (si possono anche sbollentare, interi,  in acqua bollente salata  per 5 minuti)
Non posso star qui a scrivere le quantità degli ingredienti perché ho fatto tutto ad occhio, regolatevi secondo i vostri gusti, ne siete capaci se no non stavate su questo blog nu' poco sgarrupato.
Ho ammollato in acqua un pezzettino di pane raffermo l'ho strizzato e vi ho unito delle olive di Gaeta denocciolate, capperi dissalati, pane grattugiato, prezzemolo ed ho condito con un filo di olio evo.
Non ho messo le acciughe perché il prof non gradisce, volendo un paio di filetti si possono aggiungere.
Riempito i peperoni con questo impasto li ho fatti gratinare in forno a 180° per 20 minuti.
Dai, sono gli ultimi, poi se ne riparlerà l'estate prossima.
Da ora in poi .... funghi, zucca e castagne.
Giurìn giurètta!











martedì 8 ottobre 2013

ANELLETTI AL FORNO ALLA PALERMITANA (ricetta di Luciana Milone)



Di questa ricetta me ne parlava anni fa un collega siciliano e, devo essere sincera, ero un po' scettica su questo formato di pasta, fatta al forno poi...
Ma la scorsa settimana, passando dal negozio Bio dove mi rifornisco di farine, nello scaffale della pasta erano li, belli belli che mi guardavano : Anelletti Libera Terra , pasta prodotta in Sicilia con grano duro siciliano.
Visti e presi.
Eh non eh, stavolta voglio proprio provarla sta pasta al forno palermitana.
E la ricetta?
Niente ricerca sul web, ma chiedo direttamente ad una palermitana DOCG amica mia di facebook, conosciuta in un gruppo di appassionate di cucina, giusto perché oltre a questa passione condividiamo anche il cognome.
Luciana Milone e le sue amiche si sono prodigate di consigli, specialmente sulla qualità della pasta, evitare marche scadenti perché se in cottura gli anelletti si rompono non sono un bel vedere da portare in tavola.
Beh, il grano duro di questa qualità è eccezionale, è rimasto al dente anche seguendo i minuti consigliati sulla confezione.
La ricetta?
Beh, è bello trascrivevi pari pari il post di Luciana, come è riuscita bene a me, riuscirà bene anche a voi.
NE SO NO SI CU R A!!!!!

Intanto prepara un buon ragù, e sono convinta che lo sai fare, io nel mio metto carne di maiale e carne di manzo insieme, poi al solito fai rosolare la cipolla,la carota,il sedano,aggiungi la carne,fai rosolare anche questa,poi sfumi con il vino e aggiungi il concentrato di pomodoro o la salsa di pomodoro,regoli di sale e pepe,metti a cuocere molto lentamente e per parecchi ore,io metto anche un po' di sugna al soffritto,al livello di un cucchiaio,a mio avviso ci da gusto,ma puoi evitare se vuoi.....
A cottura ultimata, lessa in abbondante acqua salata gli anelletti, scolali al dente e metti il ragù precedentemente preparato,condisci la pasta con parmigiano grattugiato, o caciocavallo,metti anche del caciocavallo fresco tagliato a dadini,(io non lo metto, ma metto altro formaggio meno gustoso!) disponi in una pirofila e alla fine passi un filo di olio d'oliva ed una spolverata di pangrattato.
Inforni a 180° per un 15 minuti circa. Questa è la mia versione, ma ci andrebbero anche i pisellini (che a me non piacciono),c'è chi ci mette anche le melanzane....io la faccio così,tutta la bontà  sta in un buon ragù!

Io vi ho aggiunto dei pisellini e della provola affumicata e non ho messo la sugna nel ragù.
Alla fine sul pane grattugiato dei fiocchetti di burro.


E' piaciuta una cifra in casa mia, IO? non l'ho assaggiata, non mangio carne.
Ma la prossima volta il ragù lo farò con il saitan e con i piselli, voi..... non dite niente 'o prufessore tanto sono sicura che manco se ne accorgerà.
Grazie Luciana Milone; un cognome una garanzia!!!!!



lunedì 7 ottobre 2013

TORTA LINZ (quella che piace alle mie gemelle)








<< Mamma la torta ce la prepari tu?  che non sia pannosa, niente meringa, non inzuppata di alcool e neanche troppo asciutta, una crostata? ecco una bella crostata >>
Si perchè vanno al ristorante con gli amici a festeggiare il loro compleanno , ma la torta vogliono quella di mammà, e che non abbia le caratteristiche che la più grande ha specificato.
Oddio la più grande, diciamo quella che è nata per prima, perché secondo l'istituto di gemellologia MENDEL di Roma, nei monozigoti come nei dizigoti il gemello più grande è quello che nasce dopo.
Le mie sono monozigoti, se no che sfizio c'era.
Da piccole mi piaceva vestirle con indumenti simili ma di colore diverso, c'era l'inconveniente però che se se li scambiavano a mia insaputa mi mettevano in crisi, come quella volta che Manuela mise il pigiamino della sorella ed io le diedi l'antibiotico, ma la bronchite l'aveva l'altra, lei stava benissimo. :-(
Non so e non ho idea di come siano gli altri gemelli, ma le mie , parlano... parlano.... parlano.... hanno sempre qualcosa da raccontarsi.
Quando si incontrano a casa mia dopo un po' spariscono,  e dove le trovi?
Nella loro stanza/parlatorio: il bagno.
Da piccoline, da adolescenti , ma anche ora che sono donne fatte si ritrovano in bagno a parlare.... parlare... parlare....
Ma che c'avranno mai da dirsi? Sono passati 36 anni e non l'ho ancora capito. :-(
Mah! misteri monovulari!

Ok parliamo di questo dolce che a loro piace tanto.
Non è la solita crostata ma è la Linzer Torte, ricetta dello Chef Pasticcere Claudio Venturini.
Ho avuto il piacere di conoscere Claudio nel suo corso base di pasticceria, tenuto in Cucinoteca tempo fa. Un mago credetemi.

Ingredienti (per una tortiera da 26 cm).

burro 200 gr
zucchero semolato 210 gr
mandorle grezze in polvere 210 gr
tuorlo d'uovo 50 gr
farina 210 gr
cannella in polvere 2 gr
buccia di limone
marmellata di lamponi

Preparare una pasta frolla impastando il burro, lo zucchero, le mandorle in polvere e le uova.
Unire la farina , la cannella e la scorza di limone. Lavorare senza scaldare troppo la pasta, quindi far riposare per mezza giornata in frigo. (l'ho preparata la sera prima)
Stendere la frolla e foderare la tortiera imburrata ed infarinata in precedenza.
Aggiungere uno strato di marmellata e decorare con una griglia formata dalla frolla stessa.
Cuocere in forno a 160/170° per 25 minuti circa.

(Le mandorle le ho tritate con il frullatore, azionandolo ad impulsi , questo per evitare che si surriscaldino le lame ottenendo l'effetto oleoso.)

ma non se ne può avere un pezzettino?






giovedì 3 ottobre 2013

PRALINE AL COCCO



Che io vivrei di pasta, di formaggi e di dolci chi mi conosce bene lo sa, e fra questi il gusto del cocco è uno dei preferiti.
Ho fatto un giretto sul web per cercare una ricettina per fare delle praline con del cocco grattugiato, ma a dire il vero nessuna mi convinceva.
Ne ho trovata una in un volumetto di piccola pasticceria che avevo in casa, l'ho preparata all'istante visto che avevo sia il tempo che tutti gli ingredienti, oddio, quasi tutti.
Questo dolce è di origine indiana e prevedeva pure l'essenza di rose, ecco quella mi mancava, ma volevo farle subito, frienno magnanno....
Ohi, si sa mai che voi l'abbiate in casa quando farete queste praline, basta aggiungerne qualche goccia insieme allo zucchero ed al cocco.
Date retta a me, so bone pure senza l'essenza  :-)





Ingredienti per 3 persone:

1/2 litro di latte
60 gr di zucchero
80 gr di cocco grattugiato
cacao amaro in polvere

Far bollire il latte fin quando il suo volume si sarà ridotto della metà, Aggiungere lo zucchero e 50 gr di cocco grattugiato, mescolare finché il composto comincerà ad addensarsi.
Farlo raffreddare molto bene, formare delle palline,  metà si faranno rotolare nel cacao amaro e l'altra metà nel cocco grattugiato.