martedì 26 novembre 2013

TORTA DI ZUCCA E COCCO (Sabor do Brasil)



Jorge Amado, non dico di averli letti tutti i suoi libri ma quasi. 
Teresa Batista stanca di guerra, Il paese del carnevale, Gabriella garofano e cannella, Jubiabà, Cacao, Santa Barbara dei fulmini e tanti altri ancora, ma quello che mi è rimasto nel cuore è stato Dona Flor e i suoi due mariti.

.... A Bahìa è la giornata di inizio del carnevale. Flor è preoccupata per il marito Vadinho, di cui non ha notizie. L'uomo si trova con una delle sue numerose amanti, Noemia, ignaro di essere cercato anche dal pericoloso Calabres, proprietario del casinò in cui lui lavora.

Vadinho va al carnevale lasciando a casa la moglie Flor e lì muore ballando a causa di un infarto. Al funerale dell'ex marito Flor ha una spiacevole sorpresa e scopre di non essere affatto l'unica donna a disperarsi per la prematura dipartita......
 
..... Il romanzo ruota attorno alla vedovanza di dona Flor e al suo lutto stretto, vissuto nel ricordo di Vadinho, delle loro ambizioni, del fidanzamento e dello sposalizio. Coglie l'intimità della giovane vedova, il suo riserbo, le sue notti insonni e la sua insoddisfazione. Racconta di come arrivò onorata al suo secondo matrimonio, quando il fardello del defunto cominciava a pesare sulle sue spalle, e di come visse in pace e armonia, senza dispiaceri né soprassalti, con suo bravo secondo marito, nel mondo della farmacologia e della musica. E mentre lei brilla nei salotti e il coro dei vicini le ricorda la sua felicità, Vadinho, nel suo corpo astrale, la visita, la corteggia, le elargisce gioie eccezionali e consigli formidabili.

Ambientato nella capitale dello stato di Bahia ho trovato questo romanzo avvolgente e caldo come la sua terra, ricco di magia e genialità, e poi Dona Flor che ne rappresenta il calore la musica e la sensualità e, cosa non da poco, per sbarcare il lunario Flor si improvvisa Maestra di cucina.
 
E si, ho avuto la fortuna di esserci stata a San Salvador, in uno dei miei viaggi con Palma D'Onofrio.
L'ho respirata quell'aria, ne ho visto i colori scintillanti ascoltato le musiche allegre e assordanti ma nel contempo nostalgiche e malinconiche ho assaporato cibi molto lontani dalla conoscenza della mia cultura gastronomica.
Sfido chiunque a non rimanervi affascinato.
Quando mi capita di riguardare le foto di quel viaggio, embè ci scappa la saudade, impossibile non sentirla quella  nostalgia.



 
 
 
 
Sedute davanti ad uno sgangherato tavolino in una piazzetta del centro di  São Salvador da Bahia Palma, Tiziana ed io, abbiamo mangiato per la prima volta il doce de abóbora, una sorta di dessert a base di zucca e cocco che si accompagna ad un loro formaggio  spalmabile chiamato "requeijào".
Ho voluto riproporre il dolce di zucca e cocco però rivisitandolo come torta, adatta per chi, come me, non ama particolarmente le torte molto dolci.
Che dire, l'ho preparata ieri pomeriggio e ne abbiamo mangiato, io e 'o prufessore, una fetta dopo cena.
Non ci crederete, ma sapete chi mi è venuto in sogno?  Vadinho.
E stamattina appena sveglio 'o prufessore sotto la doccia canticchiava "Mas que nada".
Che gnente gnente si fosse fatta viva pure Dona Flor?
 
 
TORTA DI ZUCCA E COCCO
 
Ingredienti per 8 persone

100 gr.  di cocco grattugiato
200 gr. di farina integrale
100 ml. di olio di semi
160 gr. di polpa di zucca (cotta a vapore o nel microonde)
3 uova
50 ml. di acqua calda
180 gr. di zucchero di canna
1 bustina di lievito
i semi di mezza bacca di vaniglia
un pizzico di cannella

 
In una ciotola amalgamiamo la zucca passata al setaccio con la farina, il cocco, lo zucchero, la cannella, i semi della bacca di vaniglia  ed il lievito. Aggiungiamo l'acqua, i tuorli e l'olio, mescoliamo  delicatamente ed amalgamiamo gli albumi che precedentemente avremo montato a neve.
Trasferiamo il composto in una tortiera imburrata ed infarinata e inforniamo a 180° per almeno 40 minuti.
Per la cottura fare sempre la prova con lo stecchino.
 
P.S. Alla fine della pagina non vi perdete la Capoeira mi raccomando  ;-)
 






 
 
 
 

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