martedì 28 maggio 2013

AMBRA MAMBELLI la mia amica AZDORA

 Quand che l’arzdôra la va ala campâgna
la perd piò che la ‘n guadâgna.

Vi presento la mia amica  AMBRA MAMBELLI ovvero Lady Cocca, l'Azdora per eccellenza.
La mia musa ispiratrice per la pasta fatta in casa, il mio vangelo.
Lei mi insegna i segreti per tirare la sfoglia senza fare le pieghe e dello spessore giusto, con quei gesti semplici che hanno fatto grande il nostro paese nella tradizione culinaria.
La vera piadina, le tigelle, la spoja lorda? m'ha insegnato anche quelle. Ebbene si!!
Dai, con calma inserirò anche le sue ricette che ho rifatto a casa per la gioia d'o prufessore.
Ci tenevo a dire che Ambra mi ha regalato il mattarello delle Sfogline,  quello lungo più di un metro a punta di femore. Ne sono gelosissima.
Il mio sogno? avere una nipotina,  insegnarle come si tira la sfoglia e lasciarle in eredità il mio mattarello oltre che la mia passione per la cucina.
Insomma Ambra rappresenta quella figura che a me è mancata, ma che fortunatamente ho trovato in lei  visto che con tanto amore condivide con me i suoi segreti.
Le ricette di Ambra saranno prese dal suo libro ERBE IN PASTA.
Le amo , e non sono l'unica....


Ambra Mambelli la trovate su facebook questo è il suo logo

AZDORA

La padrona della cucina

Che dire di lei, musa ispiratrice dei nostri pensieri più grati, quando, seduti a tavola, mangiamo di gusto, con trasporto quasi estatico, i buoni piatti che lei ha preparato, complice il suo matterello?
La immaginiamo così: rubiconda in viso e un poco sporca di farina con un fazzoletto in testa od un cappellino a raccogliere i capelli. L’azdora moderna discende da colei che era la regina del focolare romagnolo, il simbolo positivo di una operosità instancabile e il cardine del tradizionale nucleo famigliare in Romagna.
L’Azdora o Arzdora era una vera colonna portante della famiglia e, non a caso, sfogliando il dizionario di dialetto romagnolo scopriamo che in italiano Azdora significa: Reggitrice, massaia, colei che presiede al governo della casa. La parola “reggitrice” richiama proprio questa funzione di sostegno.
L’uso comune voleva che l’Arzdor e l’Arzdora prendessero il nome dal loro impiego in famiglia. In casa, infatti, i contadini si ripartivano l’azienda domestica con i loro rispettivi titoli:
L’arzdor, ossia il reggitore, era il capofamiglia, il vertice della scala gerarchica, colui che si occupava degli affari di casa e teneva il danaro.
L’arzdora, o la reggitrice per le cose di casa, era di solito la moglie del capofamiglia e doveva “accudire alla casa, preparare il vitto, attendere a tutti i lavori domestici necessari”. Era suo compito “provvedere al mantenimento del pollame e dei maiali”. L’arzdora andava al mercato con pollame, uova, formaggio, ed altro; e col ricavato di questi commerci comprava olio, sale, e quanto poteva servire alla famiglia.
Nel poemetto “La Cerere della Romagna” di Mengozzi Giuseppe si legge: “… all’azienda interna qual regina presiede, ed al pollaio, cui nutrimento da’, vige, governa; l’ova raccoglie, e al fin di febbraio porle a covar; cucina e rigoverna, cura la biancheria, spazza il solaio, tesse, fila e cuce abiti, rammenda, tosa, munge, fa il cacio e la polenta…”
Per i romagnoli l’azdora era, è e sempre sarà più che un mito un’amata istituzione.
 mitidiromagna.it




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