mercoledì 5 giugno 2013

PANE E PUPARUOLI (saporisemplicidicasamia)

E' che, da quando siamo sposati, al sabato non ce sta' niente a fa lui deve andare al mercato.
Quello che sta vicino al Feltrinelli, ormai conosce tutti.
Il banchetto dove prende le olive e il baccalà, quello dove prende la frutta e la verdura e quello dove tutte le settimane gli viene rifilata una treccia di aglio che i vampiri se ne guardano bene dal passare da casa mia.
All'inizio negli anni 60/70 nei banchi dei mercati di Milano ci trovavi i pugliesi, i veneti erano coloro che stavano nelle portinerie e i napoletani (pochissimi quelli veraci) sarti o calzolai.
Mio padre voleva fare l'impiegato a tutti i costi, infatti si tirava la cinghia. :-/
Cosa c'entrano i puparuoli con tutto sto discorso? è vero, ora ritorno alla prima frase.
Siccome va al mercato, ed in casa ho ancora melanzane e zucchine da cucinare in fretta (ne compra come se venissero a pranzo un esercito di carabinieri a cavallo) anche i peperoni stavano leggermente appassendo allora li ho cucinati come li faceva mammà, na cosa veloce e saporita.
Tagliati a listerelle sottili, fritti in poco olio e con l'aggiunta di olive di Gaeta.
La differenza la fa il pane.
Quello cafone.
Quello fatto con la miscela di  farine giuste rigorosamente Bio
Quello fatto con il lievito madre. Buono buono buono.
Ah, anche il pane l'ho fatto io. Tre giorni fa. Ecco uno dei vantaggi del lievito madre. Fra una settimana sarà ancora buono.
Vabbè visto che il mio pane non l'avete, fatevi i peperoni fritti però, che sanno d'estate, per il sapore per il profumo e per il colore.
O no?


Nessun commento:

Posta un commento