Vabbè ci sta
che qualcuno possa pensare: ma questa sul blog posta la ricetta di un uovo al
tegamino?
A parte il
fatto che è una delle cose più semplicemente difficili da fare, ma il mio
discorso parte da un altro presupposto, ho già avuto modo di specificarlo in un post precedente e cioè: si mangia prima con gli occhi ( e non solo di bue).
Quanta
fatica dietro ad un piatto di tagliatelle fatte a mano magari condite con un ragù cotto
per ore?
Se poi
vengono impiattate alla “sanfason” tutta quella fatica verrà solo mitigata
nell’assaggio, ma la vista non ne ha usufruito. E non è un peccato?
Una persona
di cui non posso fare il nome (mia suocera) era (è ancora viva però) molto brava a cucinare, ma odiava “fare i
piatti” così si definisce l’impiattamento dalle mie parti. :D
Mammà (sua) preparava una pasta fresca, una sorta di
maltagliati, con un sugo di carne e verdure che chiamava pasta pasticciata, non
era male il sapore, ma ricordo che quando te la presentava davanti…. Lasciamo perdere va.
Un giorno
confessò che tanto le piaceva cucinare tanto non impiattare, da allora il
compito me lo assunsi io, con grande sollievo suo e per la nostra vista.
Questo
piatto me lo sono preparato oggi per pranzo, dite la verità non è carino da
vedere? era peccato mangiarlo tanto mi piaceva da vedere.
Un letto di
rucola, (che palle sto letto, ma non si può dire in un altro modo? si accettano
suggerimenti) una pita sottile fatta con gli esuberi di pasta madre (poi un
giorno spiegherò come si fa) delle fette di pomodoro cuore di bue (visto che
c’è l’occhio mettiamoci pure il cuore ) e sul tuorlo un pizzico di peperoncino
dolce.
L’avevo
terminato ma quando mi preparo l’uovo al tegamino alla fine aggiungo sul tuorlo
qualche goccina di olio al tartufo.
Me piace na
cifra.
Viva
l’occhio viva il cuore ma soprattutto viva il BUE.
Vegetariana for ever
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