giovedì 20 febbraio 2014

MIGLIACCIO DOLCE ricetta originale di Jeanne Caròla Francesconi


I carnevali della mia infanzia non profumavano di fritto, ma di limone del migliaccio e di sanguinaccio, che era una crema a base di cioccolato fondente amaro e sangue di maiale.
Questi i profumi, per quanto riguarda i colori invece, non posso che ricordare il vestito multicolore di Arlecchino, qualcuno penserà;  cosa c'entra Arlecchino che è la maschera di Venezia con te che sei di Salerno?
C'entra, c'entra!
Prima elementare , recita di carnevale.
Del copione, di quella intricata sceneggiatura, la maestra mi  assegnò il personaggio di Arlecchino.
Che tipo la mia maestra.
Ricordo chiaramente l'ora di ginnastica, no, anzi, i minuti di ginnastica.
<< Bambiniii, in piedi di fianco al banco, su le bracciaaaa, uno dueee, unooo dueeee >>
<< Bene, ora piegatele verso le spalle, e unooooo e duuuueee e unoooo e dueeee >>
<< Seduti >>
Era finita la ginnastica.
E vogliamo parlare del canto?
Di fianco alla cattedra, un maschio e una femmina, e si cantava una canzone scelta da lei.
Ma non canzoncine dello Zecchino d'Oro, ma Sanremo, il Festival di Napoli, il Musichiere
A me toccava sempre Mina, infatti le vene del collo erano a rischio ogni volta che c'era da fare un acuto.
Si passava da Tintarella di luna, a Mille bolle blu a Coriandoli di gioa, coriandoli d'amoreeee.....
Avevo sei anni :-(



Ritornando alla recita, al copione e al mio debutto alla prima.
Era tutto pronto.
Vestito cucito da mammà, mascherina comprata dal tabaccaio/cartolaio per la somma di lire 20, copione imparato a memoria e al mattino del debutto..............
AVEVO LA FEBBRE  :-(
Rubata al palcoscenico, per colpa di quella febbre.
Avrei potuto essere a Broadway, o lavorare con Giorgio Strehler , invece sono qui a scrivere la ricetta del migliaccio.
Vabbè va, però se mi viene la febbre giuro che stavolta non piango, come feci quella mattina di quel febbraio del 1958.

Questa è la ricetta originale di Jeanne Caròla Francesconi, che non prevede la ricotta.
Presa dal  suo libro La Cucina Napoletana.
Mi raccomando una cosa, mangiate il migliaccio il giorno dopo, è moooolto ma moooolto più buono.




Migliaccio di semolino

Per 4 persone:

150 g di semolino 
1 pizzico di sale
7 dl di acqua
il ripieno: 
90 g di zucchero 
la buccia di limone grattugiata
1 dl e 1/2 di latte
3 tuorli di uovo 
1 bustina di vaniglia  (ho usato i semi di mezza bacca di vaniglia)
1 albume e 1/2 di uovo
inoltre: burro per ungere ii ruoto 
1/2 cucch. di farina
zucchero a velo

Versate un pizzico di sale con il  semolino a pioggia nell'acqua bollente e, rigirando sempre, fatelo cuocere per 7-8 minuti. Mettetelo in una insalatiera e lasciatelo intiepidire rimestando spesso. Aggiungetevi poi, sempre lavorando col mestolo: lo zucchero, la buccia di limone grattugiata, le uova (uno alla volta), la vaniglia e infine tanto latte da avere un impasto morbido. Ungete un ruoto (diametro cm 20) di burro, cospargetelo di farina facendo cadere quella che non sarà assorbita, versatevi il composto e fate cuocere in forno caldo (180 statico)  per circa un'ora. Lasciate raffreddare, sformate, cospargete di zucchero a velo. Se volete rendere il migliaccio più saporito, aggiungetevi uva passa, dadini di cedro e scorzette d'arancio candite.



Nessun commento:

Posta un commento